RICORDI: trent'anni di S. Lucia...
Oltre
alle
foto
scattate
negli
anni
dal
1957
al
1986
in
occasione
dei
doni
ai
bambini
di
Città
Alta
per
la
festa
di
S.
Lucia,
tradizione
mantenuta
viva
dal
1946
(per
parecchi
anni
si
era
tenuta
presso
l'ex
Ateneo)
dal
signor
Virgilio
Saltalamacchia
,
pubblichiamo
il
racconto
"
La
Santa
Lucia
"
tratto
dal
libro
"
Racconti
di
un
mattino
-
Primo
Novecento
in
Bergamo
Alta
"
di
Don Carlo Agazzi
, curato da
Sergio Beretta e edito da Ferrari Editrice.
(P.S.: Clicca sulle foto per ingrandirle…)
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La Santa Lucia
Il tredici dicembre era una giornata attesa da noi ragazzi ogni anno con tanta impazienza.
"Mamma, quanti giorni mancano ancora a Santa Lucia?" "Quasi un mese. Intanto cercate d'esser buoni."
"Mamma,
mi
porterà
davvero
un
altarino
nuovo?"
"Chissà,
ma
attento
a
non
fare
il
cattivo,
che
ti
porterebbe
il
carbone
e
la
bacchetta
spinata.""Mamma,
quando
scriviamo
la
letterina
per
Santa
Lucia?"
E
veniva
la
sera
della
letterina.
Mia
madre
dopo
cena
sparecchiava
più
sollecita
e
poneva
sulla
tavola
il
necessario
per
scrivere;
poi
faceva
finta
di
pregare
il
papa,
assicurandogli che eravamo stati buoni. Allora mio padre lasciava il giornale e ci aiutava a far la brutta copia della letterina.
Tutti
i
nostri
desideri
venivano
vagliati,
discussi
e
poi
messi
giù:
in
una
seconda
parte
bisognava
poi
mettere
i
propositi
ed
anche
qui
erano
parole
molte;
ma
qui
si
invertivano
le
parti:
i
genitori
proponevano
e
noi
ci
limitavamo
a
fare
le
nostre
osservazioni.
Quando
si
doveva
ricopiare
la
letterina
in
bella
copia,
cominciavano
i
guai
più
grossi.
Un
po'
l'emozione
e
un
po'
la
nostra
incapacità,
si
finiva
per
dover
rifare
due
o
tre
volte
il
lavoro:
guai,
mandare
in
paradiso
una
lettera
con
macchie,
con
cancellature,
con
angoli
spiegazzati!
Finalmente,
come
il
ciclo
voleva,
ecco
pronta
la
letterina
e
messa
in
custodia dalla mamma.
La
vigilia
del
gran
giorno
non
passava
mai,
anche
se
con
libertà
maggiore
del
consueto
potevamo
indugiarci
ad
ammirare
le
belle
mostre
di
giocattoli
e
di
dolci
e
di
frutta.
Nascevano
allora
pentimenti
sulle
nostre
richieste,
o
magari
desideri
del
tutto
nuovi,
ma
quello
che
era
scritto,
era
scritto
e
bisognava
rimandare
ad
altra
volta.
A
sera,
con
cura
particolare,
disponevamo
presso
la
finestra
della
camera
dei
genitori
il
fieno
e
l'acqua
per
l'asinello
e
la
lettera
per
Santa
Lucia;
poi,
a
letto,
svelti.
Sognando,
passava
anche
la
notte.
Quante
volte
avevo
pensato
di
rialzarmi,
appena
coricato,
per
spiare
all'uscio
il
venire
della
Santa
!
Ma
la
mamma
mi
aveva
assicurato
che
Ella,
la
santa,
mi
avrebbe
certamente
scorto
e
nulla
avrebbe lasciato...
Prestissimo
ci
svegliavamo,
contro
il
solito,
al
mattino
e
nell'attesa
che
la
mamma
ci
venisse
a
chiamare,
quanto
discorrere
impaziente
e
tra
noi
fratelli!
Poi
cigolava
l'uscio
e
noi
giù
dal
letto
e
così,
in
camiciola,
ci
precipitavamo
nella
grande stanza dei genitori. Oh, grida di gioia senza fine!
Era
sempre
uno
spettacolo
meraviglioso,
tutti
quei
dolci
e
quella
frutta
e
quei
regali,
che
riempivano
varie
seggiole.
Questi
ultimi
erano
oggetto
delle
nostre
prime
investigazioni.
Una
volta
vedemmo
luccicare
due
spade
e
due
elmi,
un'altra
eran
due
piccole
automobili,
che
avevano
persino
le
gomme
sulle
ruote,
proprio
le
gomme!
Certo
che
Santa
Lucia
era
un
po'
originale
e
non
sempre
mi
accontentava:
avrei
preferito
oggetti
per
il
mio
altarino...,
ma
già,
anche
mio
padre
era
restio
ad
accennare
a
tali
miei
desideri
nella
letterina.
Un
anno
trovammo
una
bella
baracca
per
le
marionette,
da
farci
invidiare
da
tutti
i
nostri
amici:
veramente
avevamo
chiesto
una
baracca
di
"gioppini",
ma
faceva
lo
stesso
al
nostro
scopo:
volevamo
ripetere
quello
che
la
domenica
vedevamo
all'oratorio.
Piuttosto
il
curioso
fu
di
trovare,
proprio
sul
sospirato
balocco,
una
letterina:
aveva
una
leggera
filettatura
in
oro,
si
vedeva
subito
che
veniva
dal
ciclo!
Con
quanta
trepidazione
fu
aperta
la
busta
preziosa!
Delusione:
il
bordino
c'era
anche
dentro,
ma
era
scritta
con
inchiostro
nero,
era
scritta
bene,
come
scriveva
alla
lavagna
la
signora
maestra,
non
con
la
calligrafia
pesante
e
nervosa
di
vecchio
impiegato,
qual'era
quella
di
mio
padre;
ma
quell'inchiostro
nero...:
non
era
tutto
d'oro
in
paradiso?
La
nube
si
dissipò
presto per la letizia di tanti doni, ma il sospetto rimase latente.
"Divertitevi
insieme,
da
buoni
fratelli,
senza
litigare.
La
Santa
Lucia."
Così
diceva
il
biglietto,
che
la
mamma
si
offrì
subito
a
custodire,
perché
non
cominciassimo
a
litigare
per averlo e, forse, perché mi aveva letto negli occhi.
Non
durò
molti
anni
comunque
l'incanto.
Sempre
anch'io
avevo cantato:
"Santa Lucia,
mamma mia,
con la borsa del papa,
Santa Lucia la verrà!"
Ma
un
giorno
un
mio
compagno
di
classe
mi
aprì
gli
occhi
e
tornai
a
casa
dalla
scuola
con
un
nodo
alla
gola.
Presi
la
mamma
da
sola
e
glielo
confidai,
il
mio
doloroso
segreto.
Mi
1957
1958
1962
1957
1968
1968
1969
1970
1971
1972
1978
1979
1980
1982
1983
1984
1985
1985
1986
Immaginetta del 1943 per il GIOVEDI’ SANTO
CURIOSITA’ e MISCELLANEA DI IMMAGINI
Immaginetta del 1949 rilasciata agli "Amici del Seminarino"
«DOMINA MEA»
Giaculatoria degli Ex del Seminarino
Trascrizione musicale e armonia di Antonio Colombo
Stanchi e con sete…
Squadra pallavoro a S.Agata
Soci costrutt. in Germania
Soci costrutt. a Frechenhorst
Seminarino foto di gruppo
Pronti per la partenza
Pausa pranzo
Gruppo lavoratori
Gita a Amsterdam
Giorno di bucato di Maria S.
Con la 500 di Don Giacomo
Con i compagni tedeschi
Chi si riconosce?
Cantiere
A Colonia coi Costruttori
Foto inviate dall'ex alunno Clemente Locca dal Messico
Anni diversi
A Amsterdam